Un chiaro successo del Centrosinistra

di Fabio Evangelisti

I risultati dei ballottaggi del 26 giugno, per la scelta dei sindaci di diverse città da nord a sud del Paese, hanno delineato un chiaro successo del Centrosinistra (e in particolare delle liste di quei sindaci a cui hanno dato un supporto importante il Pd), da leggersi anche quale netta sconfitta del Centrodestra (senza troppe distinzioni fra LegaFdi e FI).

Un test di indubbio significato politico, dunque, con  un valore che travalica i confini municipali di pur importanti capoluoghi di provincia quali AlessandriaVeronaComoMonzaPiacenzaParmaLuccaBarletta e Catanzaro.

Attenzione, però, a ricavarne facili indicazioni di portata generale e, pertanto, valide anche in proiezione delle elezioni politiche del prossimo anno per il rinnovo di Camera e Senato (con nuovi collegi elettorali e un numero di parlamentari ridotto del 35%).

C’è un dato, infatti, da considerare oltre la rilevante questione di una diversa legge elettorale: il numero dei votanti, che è rimasto abbondantemente al di sotto del 50% degli aventi diritto.

Un fenomeno già manifestatosi al primo turno e che sta ad indicare un segnale di disaffezione e di raffreddamento nella relazione fra eletti ed elettori, ma anche quale ‘implicito’ voto di protesta.

Lo studio dei flussi elettorali ci aiuterà a capire meglio questo dato, ma è indubbio che negli ultimi vent’anni l’astensionismo ha finito per penalizzare oggi il Centrodestra, ieri il Centrosinistra.

Pare quasi di sentirli questi elettori mentre dicono al proprio partito di riferimento: “Non mi soddisfa il modo in cui hai governato, non mi convincono le vostre dispute e le vostre divisioni per cui a questa tornata non ti voto. Tornerò a farlo se e quando avrai corretto la rotta…”.

Un orientamento critico che fa il paio, non dimentichiamolo, con i risultati del primo turno quando in varie città le liste civiche hanno talvolta superato i consensi dei partiti tradizionali e che anche in questa occasione ha trovato significative conferme in realtà come Como e Viterbodove il Pd e i suoi alleati sono stati sconfitti da candidati indipendenti.

Guardando al nostro più ristretto panorama, la pur straordinaria e preziosa affermazione di Serena Arrighi (capace di scelte coraggiose e in grado di aiutare anche in vista delle Amministrative del 2023, sperando che adesso non monti la boria di partito e non si sottovaluti l’avversario) dubito riesca a compensare la pesante sconfitta di Lucca, dove c’è stato il ribaltamento di un’amministrazione a guida Pd, a favore di un imprenditore sorretto da tutto il Centrodestra e anche dagli estremisti di Casapound.

Un campanello d’allarme cui prestare la dovuta attenzione.

Adesso, infatti, sono ben sette i capoluoghi di provincia governati dal centrodestra in Toscana (LuccaMassaPisaPistoiaArezzoSiena e Grosseto), un fatto mai accaduto prima e che ci dice che oggi è divenuta contendibile la stessa guida della Regione.

Quale lezione trarre, quindi, da questa tornata elettorale? Forse anche più d’una, ma a me preme evidenziare soprattutto l’estrema mobilità elettorale. 

Basti pensare al M5Sche quattro anni fa celebrava il suo 32% e mostrava con orgoglio le sue Raggi e le sue Appendino. Oggi non si ha notizia dell’elezione di un solo sindaco grillino e, per fare un esempio, a Carrara scendono da 15 consiglieri a uno soltanto. Per non dire della Lega che ha visto cadere roccaforti come LodiAlessandria e Verona o il Pd nuovamente battuto a Pistoia. Ergo, non esiste più il voto ideologico e di appartenenza oppure, là dove ancora tiene, è divenuto marginale.

Per cui, alla fine vince il candidato che riesce a trainare la coalizione, come Tommasi a Verona. Ed è assai difficile dire che sia il Pd da solo a determinare il risultato.

Del resto, se vogliamo essere obiettivi, anche in Toscana, il centro sinistra ormai s’afferma soltanto nei centri minori, al contrario delle grandi città dove resiste fra le élite e nei quartieri centrali, ma non nelle periferie (vedi Roma e Milano).

Resiste ancora, questo sì, una connotazione di destra e sinistra, ma pure questa sfuma considerevolmente quando si tratta di scegliere da chi essere amministrati a livello locale. Qui fa premio la personalità dei candidati, lo spessore umano e politico degli stessi, il piglio e la determinazione che si riesce a trasmettere.

Ad ogni modo, pur non avendo molto di cui gioire,

intanto godiamoci questo momento e guardiamo avanti.

Adelante Pedro, con juicio…

Comments

  • Mauro Ferrari

    28 Giugno 2022

    Analisi perfetta

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