GLI ESAMI (ELETTORALI) NON FINISCONO MAI

Sembra ieri che si votava a Carrara, Lucca, Verona, Genova e Palermo che già siamo di nuovo chiamati (tutti ) alle urne per le Politiche. 

Francamente non ricordo un doppio turno elettorale, amministrative e politiche tanto ravvicinato anche se in passato è successo che in primavera si votasse prima per il Parlamento, poi per il Comune o viceversa.

Ma la scadenza del prossimo 25 settembre reca con sé una ‘drammaticità’ senza eguali e senza precedenti. E i toni di questi primi giorni di campagna elettorale stanno lì a dimostrarlo.

Pandemia, guerra in Ucraina, crisi energetica e ambientale si intersecano in un Paese che pare aver perso la bussola di riferimento. In più, dovremo fare i conti (letteralmente) con un calo di rappresentatività democratica (ovvero, riduzione della rappresentanza e del rapporto diretto con il cittadino: un deputato ogni 150mila abitanti e un senatore ogni 300mila) dovuta al taglio di 345 (230 deputati e 115 senatori in meno) che lascerà scoperti interi territori e la cui portata saremo in grado di valutare soltanto nel tempo.

Qualche nota sul più recente passato: alle Regionali del 2020 la provincia di Massa Carrara ha registrato un voto orientato più verso il centrodestra, ma alle Amministrative di Carrara 2022 il trend parrebbe essersi invertito, pur se a fronte di un significativo calo di elettori. Ciò soprattutto per le difficoltà manifestate dalla Lega nell’ultima tornata elettorale, anche se sul piano nazionale queste verranno probabilmente compensate da una crescita di Fratelli d’Italia.

Il voto politico di settembre, inevitabilmente, dunque, proietterà le sue luci e le sue ombre anche sulla primavera del 2023 quando a Massa si voterà per il Sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale. 

Non è difficile immaginare che il risultato di quel voto offrirà elementi circa l’orientamento e la configurazione delle aree politiche e culturali anche in chiave locale. 

Ad oggi, sul piano nazionale, non è dato sapere se il centrosinistra riuscirà a presentarsi unito contro un centrodestra che s’è già schierato compatto per puntare alla vittoria nei collegi uninominali.

È vero che si tratta di elezioni del tutto differenti; infatti, quando si è chiamati a votare per il proprio Sindaco – lo abbiamo visto appunto a Carrara, Verona, Genova e Palermo – molto dipende dalla popolarità e credibilità del candidato o della candidata.

Diverso è, invece, il voto per il Parlamento in cui prevale la scelta di un partito nazionale, anche perché per le Politiche non ci sarà alcun secondo turno, mentre per i Comuni sopra i 15.000 abitanti è sempre previsto il ballottaggio. È comunque evidente che sui “numeri” che usciranno dalle urne Centrodestra e Centrosinistra dovranno fare le valutazioni necessarie per impostare la campagna del 2023 che si giocherà, prevedibilmente, sullo spostamento di gruppi e aree che qualcuno può considerare marginali ma che potranno risultare determinanti.

A cominciare dai voti in libera uscita dal M5S, per il quale i risultati più recenti e i sondaggi indicano l’inizio di una fase declinante, pur se questi potrebbero attingere nuova linfa nel disagio diffuso e nello spazio che si è aperto alla sinistra del Pd.

Ad ogni modo, sarà interessante vedere chi saprà raccogliere una parte di quei consensi e quali riflessi avranno nelle diverse realtà territoriali.

In ogni caso, fossi in Enrico Letta, più che puntare al dualismo con Giorgia Meloni, farei un ultimo tentativo per ri-perimetrare quel campo che lui aveva sognato come largo.

Personalmente, ciò che auspico, è una larga coalizione a livello locale capace di indicare un’idea di rilancio della città che vada oltre il rifacimento di due piazze e le giostre in area industriale. Una larga coalizione con una visione di sviluppo economico e sociale oltre che di riqualificazione ambientale e territoriale.

Allo stesso tempo, a livello nazionale, spero (vanamente) in un “Grande Rassemblement per la Repubblica” che schieri i sostenitori dei valori della Democrazia e dell’Europa, da una parte, contro gli amici sovranisti di Putin e di Orban e della Le Pen che stanno dall’altra parte.

P.s. Alle amiche e agli amici che, non senza una qualche ragione, m’invitano a non far “propaganda indiretta” ai vari Salvini, Meloni e Berlusconi, dico che  quella la si fa quando li si insultano gratuitamente e senza argomenti, non quando si dice chiaro e tondo che noi stiamo in un’altra dimensione valoriale e culturale. Se poi riusciamo a farlo con un tocco d’ironia, meglio ancora! Valga l’esempio raccontato da Massimo Gramellini a proposito di Panatta e Bertolucci, con il primo indeciso fra quattro regali per i settant’anni dell’amico: pannoloni, apparecchio acustico, medicinali per la prostata o telecomando salvavita? E il secondo che risponde: “Caro Adriano, trovo misero riciclare i regali ricevuti per il proprio compleanno”

Comments

  • Marco Dettori

    2 Agosto 2022

    A noi di sinistra ci piacerebbe che prima di pensare a come vincere le elezioni demonizzando la Meloni o trovando alleati, Enrico Letta pubblicizzasse bene il suo programma di governo, ma in modo chiaro, netto, e che dunque scegliesse un campo prima di allargarlo. Perché questa mancata partecipazione al voto è figlia anche della indeterminatezza della proposta politica, della mancanza di ideali, di visione, di speranza.

    • fabio evangelisti

      Fabio Evangelisti

      3 Agosto 2022

      “Caro Marco, ti ringrazio per questo tuo garbato e, soprattutto, sensato commento. Tuttavia, stante l’attuale legge elettorale, oltre ai programmi e alle proposte, servirebbe una dichiarazione d’intenti per provare a mettere insieme ciò che unisce accantonando ciò che divide… Grazie, un abbraccio”

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