LA BANALITÀ DEL LUOGO COMUNE

Alla fine mi son letto anche il “Il mondo al contrario”. Bada bene! Letto, non comprato (francamente non ne vale la pena), perché un ‘amico’, nel tentativo di far proseliti intorno alle gesta e alle parole dell’ex generale della Folgore, me l’ha inviato in formato digitale e io ne ho approfittato.

La prima considerazione è che si tratta di un libro senza capo né coda e se da una settimana sta accendendo il dibattito, soprattutto nel centrodestra, è soltanto per il decadimento e svilimento del nostro confronto politico.

Un decadimento ( e una bizzarria) che porterà questo tizio – sono pronto a scommetterci – a essere candidato alle prossime elezioni europee nelle liste della Lega o di Fratelli d’Italia.

A parte qualche sgrammaticatura e un doppio decimo capitolo, fra una qualche oggettiva considerazione e molte contraddizioni, c’è da dire che il Nostro sicuramente non soffre di problemi di autostima. 

Con grande disinvoltura riesce a parlare di ambiente e di energia, di società multietnica e multiculturale, di sicurezza dei confini e di legittima difesa, di casa e di traffico, di nonni e di omosessualità, di traffico e inquinamento urbano, di animalismo e  veganesimo, di cinghiali , di volpi, lupi e lontre. Spesso mettendo tutto sullo stesso piano, all’insegna del suo motto “Dio (poco), Patria e Famiglia”.

Tralascio le sue più becere considerazioni nei confronti dei gay e le volgarità che ormai tutti più o meno conosceranno. 

Di certo, nella sua testa non c’è niente di più, niente di diverso da quello che pensa l’ex senatore Pillon della Lega o vari colonnelli della destra oggi al Governo.

Il suo lo potremmo definire un aggiornato manifesto dell’Uomo Qualunque, nel quale in troppi non faticheranno a riconoscersi.

Del resto, lo ammette lui stesso di volere dare “voce ad una maggioranza silenziosa che non si esprime”, contro i social media e Twitter “che banna Trump: nientepopodimeno che il presidente degli Stati Uniti d’America”, con “i putiniani da mettere a tacere, i negazionisti del modello green da schernire”. 

La sua ossessione sono i Verdi e i radical chic (che in Francia chiamano Bourgeois-Bohème). Già, perché lui, ci tiene a far sapere di aver vissuto a Parigi e Mosca (oltre alle sue molteplici esperienze in Iraq e Afghanistan), anche se adesso si deve accontentare di prendere il caffè al bar Irene di piazza Cavour a Viareggio. Da dove, però, capisce che “..il buonsenso costituisce la chiave per approcciare le tante problematiche che affliggono il nostro Paese”. 

Esempio: “ci avviciniamo ai 40 gradi in estate non ci vuole un genio per capire che in molte situazioni è maggiormente indicato lavorare di notte”.

Fra le sue fonti cita Striscia La Notizia e Fuori dal Coro di Mario Giordano. Ma anche gli amici del bar (e della caserma, da cui recupera parte del linguaggio) che ringrazia nelle ultime pagine “fonte d’illuminazione con i loro discorsi, con gli accesi dibattiti davanti ad una birra gelata, con i loro post inseriti sui social e con i loro scritti a cui mi sono indegnamente ispirato”.

Ricorda le espressioni dei suoi nonni come: “prima il dovere poi il piacere”, “la tua libertà finisce dove inizia quella di un altro”, “a casa a fare il mantenuto senza lavorare o studiare non ci stai”, “il professore ha ragione”, “se non ti trovi un lavoro finisci all’angolo di una strada”.

Poi s’interroga: non è che “i marxisti reali, quelli che vorrebbero “comunizzare” il mondo (…) ora usano lo spettro dell’ecologia e dell’ambientalismo in funzione anti- capitalista? Non è che la cosiddetta “giustizia climatica” servirebbe quale alter ego del “regime del terrore” per cercare di scardinare le basi sulle quali si è sviluppata la benestante società occidentale moderna? Perché questo dubbio, se considerato, allora spiegherebbe tante cose”.

A ogni modo, lui non è razzista. Ha sposato un donna rumena alla quale hanno però dato la cittadinanza italiana senza i dovuti accertamenti. 

Così non si fa! 

A Parigi, nel 1975, “cominciai a venire a contatto quotidianamente con persone di colore. Mi ricordo nitidamente quanto suscitassero la mia curiosità tanto che, nel metrò, fingevo di perdere l’equilibrio per poggiare accidentalmente la mia mano sopra la loro, mentre si reggevano al tientibene dei vagoni, per capire se la loro pelle fosse al tatto più o meno dura e rugosa della nostra”. 

Sublime modello di umanità ed empatia!

A scuola ha studiato a memoria “Marzo 1821”, in cui il Manzoni si lancia in una definizione poetica di Patria come “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie di sangue e di cuor”.

E ancora: “Mi piace la mia cucina, i cantautori nazionali, l’odore del pane fresco al mattino e le campane che suonano la domenica”. 

I migranti “Vengono da noi in cerca di denaro, di benessere, di garanzie, di casa riscaldata, di televisione, di smartphone, di cure gratuite, di impunità e di molte altre amenità che non sono funzionali solo a garantire la loro sopravvivenza. Sono un di più, sono benessere non indispensabile, sono prosperità, libertà, agiatezza che la nostra becera civiltà occidentale razzista e monoetnica si è guadagnata aspramente decenni di guerre e di morti, con le schiene spaccate dei nostri avi che hanno dissodato la terra a mani nude, con il lavoro in miniera, con le ore passate in catena di montaggio, con la rinuncia alle ferie, con le valigie di cartone contenenti pochi stracci ed un salame per sbarcare il lunario, con i cappellini fatti di carta di giornale nei cantieri, con le morti nelle raffinerie o nelle cave di amianto”.

Ha dimenticato i partigiani che gli hanno regalato la libertà di scrivere le sue scempiaggini.

Contesta che “(…) se un immigrato illegale stupra una ragazza su una spiaggia è perché, considerata la sua provenienza, può ignorare che in Italia la violenza carnale sia un gravissimo reato”. 

Mi piacerebbe sapere cosa pensa di quegli italianissimi che a Palermo in sette hanno brutalmente violentato una ragazza diciannovenne.

Comunque: “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! Non solo ve lo dimostra la Natura, che a tutti gli esseri sani “normali” concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentate una ristrettissima minoranza del mondo”.

Aggiunge: “Ce ne dobbiamo fare una ragione: l’uomo non è uguale alla donna; la bestia non è uguale all’uomo così come un pesce non è uguale ad un mammifero, ad un uccello o ad un insetto: il comunismo cosmico non esiste e il tentativo di teorizzarlo rappresenta un’idiozia globale! Non si tratta di pareri ma di leggi dell’Universo perché, contrariamente a quanto affermano i sostenitori della parità…

Sull’alluvione: “Le ventimila nutrie ed i molti tassi, volpi, e istrici, i cui numeri non sono stati “contenuti” e hanno scavato le gallerie corresponsabili del cedimento degli argini durante l’ultima alluvione della Romagna non valgono, neanche lontanamente, una sola delle 15 vite umane che purtroppo sono andate perse durante la recente calamità”.

Mentre “Solo qualche giorno fa ho salvato un piccolo di merlo dagli attacchi e dalle beccate di due gazze che si erano avventate contro il nido dove il pulcino stava terminando la crescita. Una scena di una violenza e di una crudeltà raccapricciante interrotta solo dal mio brusco intercedere a difesa del giovanissimo volatile. Il mio umano sentimento di commiserazione nei confronti di un piccolo essere ha interrotto il naturale decorso della vicenda che sarebbe terminata con la morte, probabilmente lenta e dolorosa del pennuto che sarebbe stato divorato ancora vivo. La Natura è questo, non conosce pietà né compassione, non sa cosa siano i diritti degli infanti, dei deboli, i diritti civili o quelli sociali”.

Vostro Onore, io ho finito! 

Confido nella clemenza della Corte (e dell’opinione pubblica)

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