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Lettera da Bruxelles di Niccolò Rinaldi Vi sono due processi paralleli in corso a Bruxelles. Il primo riguarda l’agenda transatlantica, l’altro l’agenda delle riforme UE. Godono di fortuna diversa, anche in termini di visibilità, e non vanno di pari passo. Come prevedibile, nella sua tappa bruxellese il presidente Biden è stato accolto e si è comportato da “kingplayer”. In due giorni ben tre

di Fabio Evangelisti Ieri, su La7, ho sentito rimbalzare l’espressione “bomba profughi”.Mi ha colpito perché era già da qualche giorno che mi andavo interrogando su quanto tempo potrà reggere la straordinaria rete di accoglienza e solidarietà che in questi primi (non ultimi) giorni dell’invasione russa in Ucraina sta caratterizzando l’operato di migliaia di associazioni ed enti locali italiani.I numeri sono impressionanti.“In

Lettera da Bruxellesdi Niccolò Rinaldi Nel dicembre del 2019, Angela Merkel si contrappose alle sanzioni americane nei confronti della costruzione di Nord Stream. Poche settimane prima, Macron aveva definito la NATO in uno stato di “morte cerebrale”. Nel frattempo, il principale leader del centro-destra italiano si era esibito davanti al Cremlino con una maglietta raffigurante Putin; l’avrebbe indossata anche a Strasburgo,

Le scarne immagini e le notizie che ci arrivano dall’Ucraina, per quanto crude e cruente, temo non siano sufficienti a farci cogliere fino in fondo la drammaticità delle ore che si stanno vivendo sotto le bombe e i colpi d’arma da fuoco dall’esercito invasore.Il numero di morti, da una parte e dall’altra, si conta già a migliaia, per non dire

di Fabio Evangelisti Non riesco a trovarle, le parole.Da quando mi son svegliato, oggi è il 24 febbraio, nemmeno riesco a staccarmi dal televisore.Guardo, ma non vedo.Ascolto, ma non mi arriva che il vuoto rumore delle parole.Tutti che parlano, parlano, ma nessuno che sappia quale sia realmente la situazione in Ucraina, nessuno che sia in grado di fornire una qualsiasi notizia

Lettera da Bruxelles Lo abbiamo già scritto: qualunque sarà l’esito della crisi, per la società ucraina la questione cruciale è la prospettiva di adesione all’Unione Europea, più che quella alla NATO. Il ruolo di Bruxelles è quindi in buona parte sospeso, rimandato a quando i cannoni lasceranno il palcoscenico, e nel frattempo l’Europa assiste sconcertata alle mosse degli uni e degli

Lettera da Bruxelles “Soft power” per eccellenza, l’Unione Europea sa poco di manovre militari, di dispiegamento di missili, di attività di spionaggio che certificherebbero imminenti invasioni. Bruxelles di queste cose preferirebbe proprio non doversene occupare, lasciandole alla NATO, alle diplomazie più esposte tra gli Stati Membri, al ritrovato alleato americano. Invece, quasi suo malgrado, l’UE, anche più della stessa Alleanza atlantica,

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