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Lettera da Bruxelles di Niccolò Rinaldi Vi sono due processi paralleli in corso a Bruxelles. Il primo riguarda l’agenda transatlantica, l’altro l’agenda delle riforme UE. Godono di fortuna diversa, anche in termini di visibilità, e non vanno di pari passo. Come prevedibile, nella sua tappa bruxellese il presidente Biden è stato accolto e si è comportato da “kingplayer”. In due giorni ben tre

Le dittature possono ringraziare le debolezze delle democrazie. Se esistesse, nella macabra fantasia di qualcuno, un riconoscimento per la migliore riproduzione dei crimini del secolo scorso, con la decisione di prendersi a freddo un paese con il culto, spesso umiliato dalla storia, della propria sovranità, quale è l’ Ucraina, Wladimir Putin se lo sarebbe probabilmente accaparrato. Difficile addirittura fare una graduatoria dell’orrore

di Fabio Evangelisti Non riesco a trovarle, le parole.Da quando mi son svegliato, oggi è il 24 febbraio, nemmeno riesco a staccarmi dal televisore.Guardo, ma non vedo.Ascolto, ma non mi arriva che il vuoto rumore delle parole.Tutti che parlano, parlano, ma nessuno che sappia quale sia realmente la situazione in Ucraina, nessuno che sia in grado di fornire una qualsiasi notizia

Lettera da Bruxelles Lo abbiamo già scritto: qualunque sarà l’esito della crisi, per la società ucraina la questione cruciale è la prospettiva di adesione all’Unione Europea, più che quella alla NATO. Il ruolo di Bruxelles è quindi in buona parte sospeso, rimandato a quando i cannoni lasceranno il palcoscenico, e nel frattempo l’Europa assiste sconcertata alle mosse degli uni e degli

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