Presidenti

Il Capo dello Stato e i suoi requisiti

“Si coprono i nomi dei candidati al Quirinale per sfuggire al confronto con i requisiti di un buon capo dello Stato.
Passano i giorni , e i nomi dei veri candidati al Quirinale sono sempre nascosti, coperti. Tranne uno, rimbombante, noto a tutti gli italiani . Se la democrazia è prima di tutto trasparenza , rapporto leale tra rappresentati e rappresentanti, questa non ne è ad oggi una pagina esemplare. Prevale un’idea di rappresentanza , anche a questo livello , che guarda non tanto e non più al popolo sovrano, agli elettori, ma alla ristretta cerchia di persone e apparati che tengono in pugno i partiti, e quindi gestiscono le istituzioni democratiche. Con titoli sempre meno collegiali , democratici : chi ricorda i concitati congressi di partito, la vivacità della dialettica interna, le correnti, le finalità stesse dei partiti? In sintesi, l’ articolo 49 della costituzione?


Il mistero sui nomi impone di fare chiarezza sui requisiti di un buon capo dello Stato ; ma anche qui nulla filtra dalle fortezza partitiche. Peggio che sui nomi. Non è un caso, non è scaramanzia : requisiti chiari restringono la capacità di scelta, mettono all’angolo gli interessi di partito . E’ utile mettere insieme le indicazioni della Costituzione e l’esperienza politica e istituzionale dei decenni trascorsi, per capire e aggiornare il contenuto di concetti quali rappresentanza, difesa della Costituzione, unità nazionale, terzietà, equidistanza dalle varie posizioni politiche ; da ultimo, reputazione internazionale. Nel quadro di oggi, la capacità di rappresentanza è essenzialmente un requisito di ordine morale : l’insieme di onestà intellettuale, credibilità, affidabilità , prestigio personale. Il patriottismo declinato in tempo di pace . E una sorta di prerequisito , un titolo preliminare , un filtro, un sigillo che si posa poi sulle competenze specifiche e se ne fa garante. Per questo, appaiono legittime, ma simboliche testimonianze gli appelli generici, romantici come quelli per un presidente donna , o altro simile . O per singole figure , spesso estreme, che vengono prodotti di regola dalle centrali dei vari populismi, lontane da ogni idea di unità costituzionale.

Oggi la funzione di un capo dello Stato – cresciuta così disordinatamente da essere non codificabile, e forse ancora in via di espansione, o di definizione -, può incarnarsi utilmente solo in figure di altissima competenza e profonda sensibilità istituzionale , unite a grande conoscenza ed esperienza politica. Politica in origine anche di parte: passione che consenta di apprezzare e rispettare, accanto alla propria, le altrui passioni politiche, comprese quelle distanti. soprattutto quelle distanti, quando la funzione lo richiede . Non la terzietà passiva dei disimpegnati. Per esigenze di sintesi, e per la sua chiarezza sul proprio futuro, si può utilizzare quello che potremo definire il “modello Mattarella”: passione politica forte, disgiunta da ambizione di successo personale , impegno collegiale. Politica come confronto , per chi ricorda qualcosa di simile. Figura naturale nella “ prima Repubblica”, quando le leadership erano frutto di confronto dentro comunità costruite su idee affini , e non esercizi di forza e di dominio. Figure venute via via disperdendosi negli egoismi dei partiti personali, e per questo desuete nelle generazioni successive ai primi decenni della Repubblica, per incompatibilità di cultura politica. Ne restano alcuni esemplari “ esemplari”: non è un gioco di parole: o almeno, non è solo quello.
Un’utile avvertenza: l’elezione del capo dello Stato non è un concorso per titoli, nemmeno per quelli all’apparenza più simili. Se le principali vittime dei vandalismi istituzionali degli ultimi decenni sono le Camere, come vediamo ogni giorno, non è il caso di considerare una credenziale l’appartenenza alla piccola corporazione di chi le ha presiedute . Ad essa dobbiamo l’ammissione , in violazione dell’articolo 72 della Costituzione, dei deleteri maxiemendamenti con questione di fiducia incorporata .
Infine:il pericolo di un presidente “divisivo” esiste solo quando la divisività viene esercitata al di fuori, se non addirittura contro la Costituzione. Non tra gli uomini della stessa Costituzione. Per questo, la ricerca dei requisiti è importante e sottile ; per questo la tentazione di un potere politico mediocre di sottrarvisi è irresistibile , e’ assai pericolosa .
Montesquieu.tn@gmail.co
by La Stampa”

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