NEL RICORDO DELLE VITTIME DEL TERRORISMO
Oggi, #9maggio, oltre che il settantacinquesimo giorno dall’invasione dell’#Ucraina e di una triste festa dell’#Europa, è anche il «Giorno della Memoria» per le vittime del #terrorismo e delle #stragi.
La mia generazione, passata attraverso gli anni di piombo e contando le vittime del terrorismo rosso (da Casaleggio a Guido Rossa, da Bachelet a Tarantelli, da D’Antona a Marco Biagi, soltanto alcune delle troppe vittime ) e dello stragismo di stampo fascista (da Piazza Fontana all’Italicus, da Piazza della Loggia alla Stazione di Bologna), ricorda bene.
I più giovani, fortunatamente per loro, non possono ricordare.
Devono comunque sapere.
Per scongiurare l’oblio e la rimozione di quella terribile stagione politica.
E, soprattutto, per evitare ogni possibile ritorno.
Invece, soltanto pochi giorni fa a Reggio Emilia, durante un concerto per il Primo maggio, è salito sul palco di un circolo Arci un gruppo di musica rap-trap chiamato ‘P38 – La Gang’, un nome che rievoca l’arma simbolo di quel periodo buio, con testi e brani musicali inneggianti alle Brigate Rosse e la bandiera del gruppo terroristico in bella vista.
La data odierna è stata scelta perché coincide con l’anniversario dell’uccisione di Aldo #Moro, il presidente della Democrazia Cristiana, trucidato dalle BR e il suo corpo fatto ritrovare nel cofano di una Renault 4, a Roma, a metà strada fra le sedi della Dc e del Pci.
Era il 1978. Quello fu il punto più alto dell’attacco allo Stato e alla Democrazia.
Quello stesso giorno, a Palermo, anche la mafia uccideva. La vittima era un ragazzo che non intendeva abbassare la testa. Il suo nome, Peppino #Impastato. Aveva 30 anni.
Mi fermo qui