Dopo la sfiducia al Sindaco ora serve un Progetto e la Politica per realizzarlo

di Fabio Evangelisti

Non è stato un gran bello spettacolo quello visto la sera del 1° marzo intorno alla discussione sulla mozione di sfiducia al Sindaco, votata da una parte della sua stessa maggioranza.

Tuttavia, quello andato in scena è stato l’atto finale di un mandato dipanatosi fra dimissioni forzate, cambi di casacca in corsa, incarichi e nomine suggeriti dalla necessità di tenere in piedi una maggioranza conflittuale nelle scelte e che ha finito per ingessare la città.

La mozione portata in consiglio comunale, dunque alla luce del sole e non nelle segrete stanze, ha sancito la fine di una stagione politica che si è manifestata come fenomeno complesso che non ha investito soltanto la nostra comunità.

Alcuni dei temi elettorali forti della destra di cinque anni fa (a partire dalla sicurezza) sono stati smentiti dai fatti al punto che gli errori e i limiti, le incongruenze e le inadeguatezze del sindaco Persiani sono stati denunciati da quegli stessi consiglieri comunali che lo avevano sostenuto e che, l’altra sera, hanno voluto ricordate fallimenti conclamati e scelte sciagurate della loro stessa amministrazione: dal regolamento del marmo all’urbanistica, dalle bonifiche alle scelte sulle aree della zona industriale, fino alla bocciatura clamorosa del piano dell’arenile.

In questa sequenza di fallimenti e inadempienze rilevate da parte della stessa maggioranza è emersa l’assenza della politica, vale a dire la capacità di scegliere dopo avere ascoltato, indirizzare dopo avere valutato e perseguire l’obiettivo condiviso con il sostegno di tutti.

Si apre, quindi, una campagna elettorale durante la quale voleranno gli stracci fra le componenti di quel Centrodestra che aveva passato nottate a festeggiare sotto il palazzo del Comune e che, una volta finita l’esaltazione della vittoria, non ha saputo portare né competenze né esperienze né capacità nell’amministrare e nelle scelte.

Negli ultimi cinque anni molte cose sono cambiate e il ciclo dei populismi sembra essere arrivato alla sua fase discendente, corroso dai suoi stessi tratti caratterizzanti: l’improvvisazione, le parole d’ordine, le promesse e gli impegni che evaporano quando si alza il sole della realtà.

Oggi, e per il futuro, alla nostra città servono concretezza, idee chiare, una visione e un progetto che la rimetta al centro del territorio, una capacità di ascolto e di confronto trasparente e democratico con i cittadini, i partiti, le associazioni e i movimenti che rappresentano il cuore e la testa della nostra società.

In una parola, quella capacità e quella competenza unita alla sensibilità per i problemi che nasce dalla storia di una comunità che solo la Politica, quella seria, può offrire.

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