Fabio Evangelisti: «Com’è triste Massa. C’è bisogno d’amore per questa città»

Fabio Evangelisti: «Com’è triste Massa. C’è bisogno d’amore per questa città»

Daniela Marzano Massa.

Incontriamo Fabio Evangelisti, già parlamentare in diverse legislature e ora scrittore di diversi libri di successo, il ricavato dei quali destinato sempre a Enti di beneficenza. Come vede il 2022?«Partirei dalle speranze per poi fotografare ciò che vedo intorno. Come tutti spero che il 2022 sia un anno risolutivo sul fronte di questa pandemia che ha condizionato la vita di ciascuno di noi. A livello personale non posso chiedere molto dopo che il 2021 mi ha portato la nascita del mio terzo nipotino Federico e la traduzione e pubblicazione in portoghese del mio romanzo “La signora del primo piano e un lupo solitario”».

È previsto un nuovo libro a breve, dopo la recente pubblicazione de “La bambina di Villa Massoni”? «Sto lavorando a un nuovo libro che spero possa esser pronto per l’estate. Posso solo dire che sarà un libro in cui ci saranno riflessioni a largo spettro su auto elettriche, rughe, cani e cinema». Tornando alla situazione globale…«Dopo la salute, la cosa più importante è il lavoro, che si crea soltanto favorendo innovazione e nuovi investimenti.

Il Covid ha collassato l’economia, ma ha anche offerto nuove opportunità grazie ai miliardi di euro che arriveranno dall’Unione europea. Sarà vitale che questi fondi vengano spesi per migliorare le strutture e le infrastrutture, e cominciare a immaginare la città del futuro, che riscopra le proprie energie e potenzialità e possa diventare sempre più ecosostenibile. Credo che i cittadini siano stanchi delle aride “lotte” tra fazioni e desiderino concretezza, un nuovo modo di parlare ed agire, dal turismo al sociale, dall’urbanistica alla cultura. Auspico investimenti per una innovazione che crei lavoro, valorizzi i nostri talenti, punti alla sicurezza e protezione dei cittadini e in una maggiore attenzione alle periferie».

Come vede Massa? «Vedo una città sempre più triste e disorientata, non soltanto per la crisi che vede moltiplicarsi fondi vuoti con la scritta vendesi o affittasi. Qui le difficoltà economiche di molti soggetti e varie categorie si vanno sommando a una perdita d’identità e senso di appartenenza. Ad esempio, la recente ordinanza del Sindaco, che ha imposto il coprifuoco a partire dalla mezzanotte a tutte le attività di ristorazione e di somministrazione di bevande, risulta una sorta di bandiera bianca issata da chi, in campagna elettorale, faceva della sicurezza il proprio vessillo e la principale promessa. Il problema della movida non è una prerogativa soltanto massese, ma da nessuna parte ho letto di un proibizionismo generalizzato che colpisce in maniera indistinta l’intero territorio comunale. Una domanda che mi pongo è se davvero non fosse possibile fare altro, visto che dopo quattro anni il teatro Guglielmi è ancora chiuso, le iniziative culturali si sono ridotte a sporadici eventi spot che hanno coinvolto una ristretta cerchia di amici».

Cosa propone? «Ritengo che se il problema riguarda in particolare piazza Mercurio, è lì che si debba intervenire, salvaguardando le attività dei Ronchi, Partaccia, San Carlo o Turano. Non si sono viste le telecamere e l’aumento della sorveglianza promesse, con danno e beffa per migliaia di addetti al settore della ristorazione e del commercio, senza con questo riuscire ad arginare il fenomeno».Un fenomeno che va letto sotto diversi aspetti…«Anche in linea con l’analisi dello psicologo Massimo Ammaniti, che ha studiato le differenze dei comportamenti da cui deriva una aggressività particolarmente maschile, ritengo sia prioritario agire sui comportamenti sociali dei giovani. Perché non si affronta il problema agendo sui processi educativi a scuola e in famiglia?

Il lockdown ha esasperato le modalità di relazione, e ritengo ottimale organizzare importanti eventi culturali in centro città (come quello con Zubin Metha), se parallelamente si organizzano altre iniziative culturali per i ragazzi di zone periferiche come Romagnano e Castagnetola, Forno o Quercioli. Questo vale anche per gli interventi strutturali: insieme alle rotonde e al rifacimento delle piazze in corso d’opera, mi chiedo se sono stati fatti altrettanti interventi per la piazza di Antona, per la viabilità delle periferia, per realizzare campi sportivi o centri di aggregazione per i ragazzi delle Casette o delle Villette. Negli anni passati c’era stato un coraggioso tentativo di rilanciare il commercio in città con il Centro Commerciale Naturale, adesso si parla di accordi per grandi supermercati nell’area dell’ex Sensi Garden o all’interno della zona industriale».Riguardo alla lotta al degrado, alla base del programma elettorale di questa amministrazione?«Considerando che in molti casi ciò si è concretizzato in una grande quantità di alberi tagliati in piazza della Stazione, e in previsione anche all’interno della villa della Rinchiostra, non vedo all’orizzonte un piano significativo volto a migliorare le situazioni di degrado generale, comprese le cave e l’erosione. Ho letto che sono previsti lavori nel tratto di spiaggia davanti all’ex Colonia Torino, ma è solo una piccola parte. Se ci aggiungiamo il problema delle bonifiche, del trasporto pubblico locale, della raccolta dei rifiuti, dell’uscita da Gaia, mi sembrano evidenti i limiti di questa Amministrazione».

Parla come futuro candidato a Sindaco di Massa?«Ci sono forze politiche, associazioni e tanti cittadini che premono per questa soluzione. Da parte mia, ho già ribadito che c’è ancora tempo prima della scadenza amministrativa e, soprattutto, il mio impegno è subordinato all’esistenza di certe condizioni politiche. Ciò significa la creazione di un ampio schieramento a sostegno di una candidatura ampiamente condivisa, che riguardi me oppure altri, e una reale spinta al cambiamento. Serve una grande squadra fatta di sensibilità, competenze ed entusiasmo, che coinvolga anche i giovani. Sebbene serva una guida autorevole per la città, non condivido l’idea di un uomo solo al comando. Ho sempre preferito il lavoro di squadra. A quel punto, tutto è possibile e se servisse sarei pronto a mettere a servizio della comunità la mia esperienza e le mie competenze».

Quindi da cosa si dovrebbe partire? «C’è bisogno d’amore per questa nostra città, una rinascita in nome della consapevolezza delle proprie ricchezze e potenzialità, ecco il mio auspicio per il 2022. Poi ci vuole forza e coraggio per affrontare problemi annosi che vanno dall’erosione alla reindustrializzazione, dal traffico ai parcheggi, andando spesso anche contro corrente. Occorre che ognuno abbia la voglia di uscire dalla propria ‘comfort zone’ e si metta al lavoro per rilanciare Massa con una nuova idea di città».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Post a Comment

Cookie Consent Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza i cookie. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra cookie policy e privacy policy.

Cookie Consent