OGGI, TRENT’ANNI FA
Era la notte fra il 6 e 7 aprile del 1992 quando dalle Botteghe Oscure arrivò la conferma che ero stato eletto (per la prima volta) alla Camera dei Deputati.
Vi lascio immaginare l’emozione nell’entrare in quello che consideravo e tuttora considero il Tempio della Democrazia.
Ero poco più che un ragazzo, per i criteri di allora, e a Montecitorio mi ritrovai compagno di banco di Nilde Iotti e collega di figure quali Oscar Luigi Scalfaro (lui a me: “Ti prego! Dammi del tu…”), Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella, Bettino Craxi, Ciriaco De Mita, Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Emma Bonino, Giuliano Amato, Stefano Rodotà, Anna Finocchiaro, Marco Pannella, Enrico Ferri, Giorgio La Malfa, Luciano Violante, Massimo D’Alema, Umberto Bossi e Walter Veltroni. Com’anche dei più giovani Graziano Cioni, Ennio Grassi, Andrea Marcucci, Pierluigi Petrini e Andrea De Simone.
L’XI fu la legislatura più breve della storia della Repubblica Italiana: 722 giorni, iniziata formalmente il 23 aprile 1992 e chiusa il 14 aprile 1994.
Ero stato eletto nelle liste del Partito Democratico della Sinistra, ‘nato’ dal crollo del Muro di Berlino e dalla Svolta di Achille Occhetto e dalla trasformazione del PCI.
Il sistema era proporzionale e si votava con le preferenze, in un collegio (Ms, Lu, Pi, Li) che da Zeri arrivava fino all’Isola d’Elba. Quel giorno undicimila elettrici ed elettori vergarono il mio nome sulla scheda.
Nei avrei di aneddoti da raccontare, mi limito a ‘rubare’ la conclusione di un post del mio amico Michele Giardiello, che fu deputato di Napoli: «La politica richiede passione, impone coerenza, onestà materiale e intellettuale. Sgambetti, giochetti, notizie false e memoria corta sono altra cosa. Sono la fotografia di un arcipelago abitato da affaristi, capi bastone e nella migliore delle ipotesi, da personaggi pericolosi e inadeguati che non c’entrano niente con la politica.
Ad una domanda di un giornalista, Enrico Berlinguer rispose: “Sono stato un uomo politico. Vi sembra banale?”»