Bonifiche

BONIFICHE ZONA INDUSTRIALE. È IL TEMPO DELLA RESPONSABILITÀ COMUNE

di Fabio Evangelisti

Qualche settimana fa, era l’11 di aprile, grazie all’iniziativa dell’associazione In-Nova Massa, abbiamo potuto fare il punto su una tematica che, come un fiume carsico, di volta in volta, torna in superficie e temporaneamente finisce per “occupare” le nostre cronache locali: quella delle bonifiche.

È successo di nuovo nei giorni scorsi, con le critiche di Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) al progetto Sogesid «quel progetto non è di bonifica ma di messa in sicurezza permanente con pompaggio e trattamento molto dispendioso e dai risultati incerti», e se ne riparlerà lunedì 2 maggio in Regione per la scogliera davanti all’ex Colonia Torino.

Nel frattempo, ci è capitato di leggere prima un post sopra le righe del sindaco Persiani “Bonifiche subito!” (dopo la minaccia di incatenarsi a un cancello), poi di una sua più pacata chiacchierata con un giornalista de La Nazione all’insegna del «è importante che altre opere non restino ferme al palo e il riferimento è alla rimozione dei rifiuti nel terrapieno davanti all’ex Colonia Torino (…) Così come mi auguro che non siano i nostri nipoti a vedere la bonifica della Buca degli Sforza».

Bene, concordiamo! Considerando, appunto, che il convegno di cui all’inizio recava il titolo “Bonifiche: il tempo NON e’ un illusione”.

Il che chiama in causa colpe di molti, se non di tutti e di ciascuno. Di certo, nessuno, fra quanti hanno avuto responsabilità politiche e amministrative negli ultimi trent’anni, può chiamarsene fuori.

E il giochino de “la colpa è di quelli di prima non funziona più”.

Anzi! È proprio grazie a quelli di prima se c’è qualcuno che ha potuto far bella figura e campare di rendita.

Il rischio, del resto, sarebbe quello di ”ri-piombare” nell’illusione di un “tempo infinito”.

Eppure la contaminazione continua ad essere presente, eppure gli studi e le analisi sono stati tutti “dispiegati” da soggetti esperti (qualificati professionisti a livello nazionale) già da qualche tempo, eppure la scadenza del 31 dicembre 2022 si avvicina, eppure… eppure…

Sì è vero, lo sappiamo, si tratta di un’operazione molto complicata, da realizzarsi su una scala territoriale vastissima (quando anche fosse per qualche centinaia di metri quadri, una bonifica è già di per sé cosa complessa) e quel che si deve evitare è uno “scontro politico” tra tecnici di una parte e dell’altra.

Insomma, non si può a questo punto dire: “Ok, resettiamo! Buttiamo gli studi, le caratterizzazioni e i progetti realizzati ormai al vaglio della conferenza dei servizi al Ministero e prossimi ad essere appaltati”.

Altrimenti si perderanno le risorse e delle bonifiche se ne riparlerà “a babbo morto”.

Dunque, se ci sono da fare degli approfondimenti tecnici li si facciano e anche in fretta! Se ci sono delle integrazioni al progetto, le si indichino (compito dei tecnici). Se ci sono delle perplessità, che queste vengano fugate (oppure se ne prenda atto e si proponga qualche variazione).

Ai cittadini di Carrara e Massa interessa che la questione si risolva (od almeno che si avvii a risoluzione), non se e’ più bravo tizio anziché caio.

Tutti insieme dobbiamo pretendere che la conferenza dei servizi ministeriale si concluda rapidamente, che si approvi il progetto e che i lavori vengano appaltati

Non sarà certamente risolutiva della questione, ma almeno si partirà senza correre il rischio di perdere una buona parte dei 25 milioni i euro già stanziati per il risanamento ambientale della zona industriale apuana.

Poi, naturalmente, bisognerà monitorare, correggere, metterci ulteriori risorse, ma se non si inizia non si finirà mai.

E anche questa è responsabilità di tutti.

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