Ringraziamenti (in attesa del #18novembre)

Ringraziamenti
(in attesa del #18novembre)

Scrivere un diario, al pari di ogni narrazione, è un’emozione. È un’esperienza che si vive, si compie in solitudine e nella propria intimità.

Dare alle stampe un libro, invece, pur se concepito da una sola mente, nasce come un frutto d’amore dal fortunato incontro fra soggetti diversi.

In principio c’è l’autore, che ci mette dedizione e fantasia, poi – citando Alessandro Baricco – arriva «la cura della tecnica, l’attenzione per i dettagli, la fatica della correzione». 

E qui, nello specifico, entra in ballo Virginio Sala, il direttore editoriale, che taglia, cuce, corregge, rimedia e suggerisce. Dopo arriva Emanuela Dell’Orco, l’art director, che s’impunta, s’arrabbia, propone e infine dispone tanto della fotografia quanto  della grafica di copertina (infatti mi ha bocciato la foto che qui vedete). Quindi, l’altra EmanuelaLuisari, che appone il visto si stampi! e dà le ultime indicazioni tecniche alla tipografia.

Un attimo prima, ci sono loro: impagabili, infaticabili e impareggiabili.

Loro, i correttori di bozze. Una attività per la quale devi essere portato, avere talento, perché il solo impegno non basta. E più numerosi sono quelli che ti danno una mano e più accurato sarà il risultato finale. 

Scusate, ho dimenticato un aggettivo: infallibili, quasi infallibili. 

Ciascuno di essi, infatti, ha scovato l’errore che all’altro era sfuggito. Una maratona di quasi un mese alla ricerca del refuso scomparso. Credetemi: non si ha idea di quanti errori e imprecisioni sia ricco il materiale grezzo passato alla casa editrice e quanto sia accidentata e lastricata d’intoppi e incertezze la strada che porta, infine, il volume sullo scaffale di una libreria.

Sia chiaro: se avete trovato anche un solo errore, la colpa è unicamente mia! 

Se ne avete trovati pochi o nessuno, il merito è esclusivamente di questi miei straordinari amici: Rosanna BenedettiMaria Teresa CalabròSilvana CannoniCarla CasazzaMarco GianfranceschiSalvatore Gromme (che tornerò a ringraziare fra qualche mese, quando – insieme a Maria Cassilda Azevedo – avrà terminato la traduzione in portoghese) e Riccardo Jannello.

L’ordine è alfabetico ed è giusto così! 

Perché anche un solo errore scovato ha contribuito a migliorare il prodotto finale. Tuttavia, io so quale sia stato lo sforzo individuale, il sacrificio e l’impegno profuso dal singolo per quello che è divenuto un lavoro di squadra, come si confà a un progetto complesso e articolato.

Grazie, grazie, grazie.

Così come, da ultimo, un ringraziamento particolare lo devo alla mia famiglia per il sostegno e la pazienza e alla ‘famiglia’ della Tarka Edizioni che una volta di più ha creduto in me, rinnovandomi la fiducia.

Ci si vede a metà novembre in tutte le librerie e venerdì 18 a Palazzo Ducale di Massa per la presentazione

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