ANCHE IL DISASTRO DELLA CASA DI RIPOSO “E’ COLPA DI QUELLI DI PRIMA”?

di Fabio Evangelisti

Insipienza! È questa la prima parola che, a voler essere buoni, m’è venuta in mente sabato scorso quando mi è capitato di leggere – in tre distinti articoli sulla stampa locale – della disastrosa gestione della Casa di Riposo “Gioacchino Ascoli”, che nell’ultimo bilancio, alla data del 31 dicembre 2021, ha registrato un debito monstre di «6 milioni 62mila e 30 euro», in gran parte verso le aziende che garantiscono i servizi di alla persona.

Sono le cifre fornite (fornite nel terzo articolo letto) dal Collegio dei revisori dei conti della struttura e che accompagnano le pesanti parole del Consiglio d’Amministrazione dello stesso ente che (secondo articolo) dichiara di non aver «diretta conoscenza né delle gravi problematiche dell’azienda né delle attività poste in essere dal commissario per la loro risoluzione. In particolare si rileva che in oltre 15 mesi di incarico commissariale non è stato affatto predisposto quel piano di risanamento che costituiva specifico oggetto dell’incarico» ciò rappresentando un «evidente inadempimento» e circostanza che «rende ardua per il nuovo CdA la valutazione in ordine alla continuità aziendale». Il comportamento del commissario si è dimostrato «carente anche nel passaggio di consegne», «non collaborativo» peraltro «in una fase di conclamata crisi finanziaria dell’azienda e di grave incertezza circa il suo futuro».

La domanda, quindi, è una soltanto: chi ha nominato quel commissario?

La risposta viene dalla Cgil quando (primo articolo) denuncia che «I lavoratori della Compass (che è fra i principali creditori della “Gioacchino Ascoli”) son rimasti senza soldi durante le feste di Natale» e che la responsabilità è dell’Amministrazione comunale e del Primo cittadino che dovrebbero «in primis occuparsi dei problemi delle lavoratrici e dei lavoratori che garantiscono servizi ogni giorno, servizi importanti e delicati, che non possono passare in secondo piano per giochi di potere finalizzati ad interessi probabilmente altri rispetto a questi. Troviamo grave, eticamente scorretto e ingiustificabile il comportamento indifferente dell’amministrazione nei confronti della condizione in cui versano le lavoratrici ed i lavoratori di Compass». Io aggiungerei anche i soggetti deboli che sono gli anziani, spesso malati, che giacciono su quei letti.

Insipienza, dunque, sostantivo femminile che sta a indicare “totale mancanza d’impegno intellettuale o morale”.

E questo, ripeto, a voler essere buoni e restare dentro lo spirito natalizio. Perché, a dirla tutta, la verità è che sulla Casa di Riposo, oltre all’indifferenza, si sono giocate varie partite di potere e di interessi particolari oltre che esser state il banco dei pegni su cui sono state onorate (pagate) alcune cambiali elettorali.

Dapprima con la nomina a presidente di quell’istituzione di Stefano Borzoni, candidato ma non eletto nella lista civica dell’attuale Sindaco, quindi – quando già si parlava di una situazione economica disastrosa – si è mandato alla “Ascoli” il dirigente comunale (in quiescenza) Massimo Tognocchi per poi arrivare alla nomina di un Super Commissario, tal Alessandro Pezzoli, che pretendeva di ‘gestire’ il mandato da casa sua, su a Sassuolo. Un incarico che avrebbe comunque dovuto esaurirsi entro 90 giorni e che, invece, si è protratto per un anno e mezzo senza che la situazione debitoria conoscesse un’inversione di tendenza, anzi addirittura peggiorando.

Perché non si è subito intervenuti? 

Perché non si è prestato attenzione a ciò che stava accadendo giù ai Quercioli? Di chi è la responsabilità? Non parlo soltanto di culpa in vigilando, ma di chiara responsabilità politica.

Responsabilità di quelli di prima o di chi adesso siede – pro tempore – nella stanza dei bottoni di Palazzo comunale? 

La risposta non è poi così difficile da trovare. Guardate che ci sono arrivato anch’io!

Comments

  • Marco Tommasiello

    9 Gennaio 2023

    E ovviamente dalle parti di Via Porta Fabbrica tutto tace

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