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Finito di “suonare la grancassa” si vedono i primi risultati

di Fabio Evangelisti

Finalmente, dopo lunghe discussioni e varie polemiche, il progetto per le bonifiche della zona industriale apuana, presentato dalla Sogesid, ha passato il vaglio definitivo della Conferenza dei Servizi convocata a inizio settimana al Ministero della transizione ecologica.

Non che le riserve siano del tutto fugate, ci vorranno ancora anni di lavoro e monitoraggio per vederne i risultati, ma pare proprio scongiurato il rischio di perdere i finanziamenti (circa tredici milioni di euro) stanziati per bonificare la falda in area SIR e SIN (Siti di Interesse Regionale e Nazionale)

Adesso è corsa contro il tempo per completare le gare d’appalto e l’avvio dei lavori per realizzare le barriere e i filtri di trattamento. Ma la bonifica si farà.

Così come, a inizio settembre partiranno i lavori di risistemazione e messa in sicurezza del tratto di scogliera davanti all’ex Colonia Torino.

Siamo dunque a un punto di svolta e di ciò va dato atto a tutti i soggetti istituzionali che si sono impegnati per il raggiungimento dell’obiettivo, senza la necessità d’incatenarsi al cancello o sparare invettive contro quelli di prima o i livelli superiori.

Messa da parte la “grancassa”, dunque, la Conferenza dei Servizi, con l’approvazione di tutti i soggetti interessati, ha sancito che il progetto per la bonifica della falda delle aree SIN e SIR possa e debba proseguire il suo cammino.

Insomma, come tante persone ragionevoli si erano permesse di suggerire, è stata fatta una valutazione squisitamente tecnica del progetto (che ha conosciuto anche qualche ulteriore piccola modifica) e, soprattutto, è stato messo “nero su bianco” che – allo stato attuale – il progetto stesso è adeguato e può essere realizzato. Punto.

E’ finito, di conseguenza, il tempo delle dichiarazioni mirabolanti e delle demagogiche prese di posizione e dei distinguo: “si, ma…”; “però, sarebbe meglio…”.

Ora bisogna passare ai fatti, dal progetto definitivo a quello esecutivo e, con rapidità e capacità, all’assegnazione dei lavori attraverso la realizzazione di un’unica procedura di appalto integrato, con un unico soggetto che attui la progettazione esecutiva e successivamente la realizzazione delle opere.

E tutto questo va fatto in massimo sette mesi, perché alla data del 31 dicembre 2022 scade il tempo a disposizione. Quindi, si deve “correre”.

E serve che la correre siano tutte le istituzioni coinvolte, congiuntamente, dai Comuni alla Regione, dal Parlamento al Ministero.

A noi, cittadini di Carrara e Massa, il compito di fare gli “assistenti contrari” affinché il percorso abbia buon fine, dopo tante distrazioni e sottovalutazioni.

Comments

  • Andrea Bontempi

    7 Giugno 2022

    Caro Fabio, permettimi alcune osservazioni tecniche. Purtroppo non si tratta di una bonifica ma di una messa in sicurezza. Tutto il materiale inquinante rimane sul posto, l’acqua della barriera idraulica verrà trattata da un depuratore sovradimensionato. Il Ministero si è semplicemente finanziato la sua società che continua il sistema messo in piedi da un direttore plurindagato e condannato per le bonifiche. In merito alla cosiddetta bonifica della zona antistante la colonia Torino, la stessa Sogesid ha dichiarato che è una rimozione di rifiuti. Tuttavia anche in questo caso il Ministero finanzia la sua società per fare una pagliacciata. Scusa lo sfogo ma è una vergogna.

    • fabio evangelisti

      Fabio Evangelisti

      8 Giugno 2022

      Caro Andrea, intanto grazie per le tue osservazioni.

      Per parte mia, ovviamente, non ho competenze né per confermare né per contestare le tue affermazioni che, ad ogni modo, inoltrerò a quanti hanno responsabilità politiche e amministrative sulla vicenda.

      Tuttavia, non posso non evidenziare un elemento di incoerenza quando scrivi di un impianto sovradimensionato. Se è vero che la barriera idraulica proposta nel progetto (in realtà sono 4 per 4 aree diverse), avrà la funzione di impedire la migrazione dei contaminanti in falda (messa in sicurezza) è anche vero che l’impianto – che tu definisci sovradimensionato – serve proprio a bonificare le quantità di acque emunte prima che le stesse siano re-immesse nel corpo idrico del fosso Lavello.

      Di conseguenza, mi sembra di poter dire che il progetto, pur con tutti i suoi limiti, sia di messa in sicurezza quanto di “bonifica”.

      Per quanto riguarda, infine, le attività sulla scogliera di fronte alla Colonia Torino che esse siano di rimozione dei rifiuti anziché di bonifica, direi che è questione più lessicale che di sostanza. Sono 30 (trenta) anni che quei rifiuti sono interrati davanti al mare. Finalmente li si rimuove e ritengo sia questo ciò che più conta.

      Un abbraccio, ciao Fabio

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