Intervista a Il Tirreno

Massa. Il Tirreno.

Fabio Evangelisti, ex deputato, un passato nel Pci, quindi nei Ds e nell’Italia dei Valori, si candida alle amministrative 2023. Pronto a farsi promotore – spiega – dell’unità nell’area progressista.Partiamo dalla sua candidatura. Cosa ha motivato la scelta di mettersi in gioco?«Come racconto nel mio ultimo libro, “Comizi(o) d’Amore”, le prime telefonate affinché tornassi a impegnarmi in prima persona sulla scena politica massese risalgono all’indomani della vittoria del centrodestra alle amministrative 2018. Dapprima, esponenti della sinistra, poi amici di quella che era la vecchia Dc. Abbiamo cominciato a valutare pro e contro, fino a quando il sondaggio commissionato da Confimpresa mi ha indicato quale unico esponente di centrosinistra in grado di battere il sindaco uscente al ballottaggio. Di fronte a quei dati ho sentito che era arrivato il momento di tornare».Lei, durante la presentazione del suo libro, ha parlato di Dna spiegando che il suo non è mutato. Qual è il Dna di Fabio Evangelisti?«Immagino si riferisca alla mia precisazione: “Non sono Letizia Moratti”, riferita alle obiezioni rispetto alla candidatura dell’ex ministra a presidente della Regione Lombardia. In molti, non senza una qualche ragione, hanno storto la bocca all’ipotesi visti i suoi trascorsi berlusconiani. Il mio Dna ha tutt’altre origini: sono un uomo di centrosinistra. Punto».Il centrosinistra non trova un nome unitario. Crede che quel nome, nel rispetto della sua storia a sinistra, possa essere il suo? Perché?«Ritengo di poter rappresentare un’opportunità e non un problema per lo schieramento democratico e progressista».Lei ha scritto un libro che è anche un manifesto politico programmatico. Semplificando ci direbbe che Massa immagina nei prossimi anni. Qual è, ai suoi occhi, la priorità in assolut?«Si dice sempre che occorre partire dai programmi e dai contenuti, per arrivare ad individuare il candidato più idoneo. Bene, ho messo in evidenza una serie di priorità: reindustrializzazione, erosione della costa, bonifica dei siti inquinati, recupero delle colonie, regolazione dell’escavazione del marmo, valorizzazione paesi a monte, recupero delle periferie più degradate, raccolta differenziata efficiente, rivalutazione della cultura e rilancio turistico, efficientamento del trasporto pubblico, variante Aurelia e riqualificazione urbana. La prima cosa sarà fare rete e aprirsi al confronto con tutti i soggetti interessati per individuare tempi e modalità d’intervento sulle varie questioni».Lei ha vissuto fuori Massa e qualcuno le rimprovera di aver preferito il Portogallo, anche per motivi fiscali. Cosa risponde?«Li invito a leggere il mio libro. Lì dentro troveranno ogni più esauriente risposta».Evangelisti, negli ultimi anni, si è presentato come scrittore, prima che come politico. Adesso si candida durante la presentazione di un suo volume disegnando una stretta connessione tra cultura, appunto, e politica. Quanto e come la Cultura potrebbe rilanciare la città?«Mi perdoni: io non mi sono presentato come scrittore. Ho semplicemente scritto cinque libri in cinque anni. Non mi sono presentato come politico. Io sono un uomo politico. Enrico Berlinguer aggiungerebbe: “Le sembra poco?”. Ritengo che senza cultura politica sia difficile affrontare le sfide che ci stanno di fronte. E non mi riferisco soltanto alle presentazioni di libri. Cultura è l’insieme delle convinzioni e delle convenzioni che regolano la convivenza civile. Quando c’è poca cultura, inizia il degrado. Anche quello economico e sociale. Per cui, comprendere e saper leggere l’evoluzione delle trasformazioni in atto aiuta ad affrontare il cambiamento e a far sì che questo aiuti lo sviluppo e non lo penalizzi». Al tavolo del centrosinistra siederà anche lei al prossimo appuntamento?«Come ho detto l’altra sera a Palazzo Ducale, la mia è una sfida estremamente ambiziosa. Quella di ricomporre lo schieramento progressista. Per farlo, c’è bisogno di confrontarsi con tutte le rappresentanze politiche, con l’associazionismo e anche con i singoli cittadini. Se invitato, parteciperò volentieri al tavolo. In caso contrario, sarò io a richiedere un incontro a ciascuno di quei partiti».Un’ultima domanda: la preoccupa di più Guidi o Persiani?«Ho il massimo rispetto per ciascuno dei miei avversari politici. Con la consapevolezza delle difficoltà e, al tempo stesso, la convinzione di avere le idee giuste e le proposte migliori per misurarmi sul futuro della città. Sarà una bellissima sfida, da vincere. Punto». Chiara Sillicani © RIPRODUZIONE RISERVATA

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