Evangelisti si rivolge ai simpatizzanti Pd «Cogliete la sfida»
Massa «Non è il partito ideale ma merita rispetto». Parliamo del Pd e le parole sono di Fabio Evangelisti, che ha avanzato la sua candidatura a sindaco e si muove nell’alveo del centrosinistra senza essere «un iscritto al Pd», precisa. Non sarà un iscritto al Pd ma del Pd Evangelisti parla molto. Dice: «Faccio fatica a trovare in giro una comunità politica dove si discuta di più, si cerchi l’approfondimento, ci s’interroghi, si litighi e ci si divida e ricomponga». In questi giorni si discute molto, rammenta, di coloro che sono o saranno i candidati alla leadership nelle primarie – che sono aperte anche ai non iscritti – fissate per il 19 febbraio: «Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Matteo Ricci e Paola De Micheli, sono i primi nomi scesi in pista». Va da sé che ogni nome si porta dietro una storia e una visione e «sarà interprete – dice Evangelisti – di una impostazione politico-programmatica»; prima della data delle primarie, tra il 20 e il 22 gennaio si terrà l’assemblea costituente, gli iscritti sceglieranno quali saranno i due candidati che andranno alle primarie-ballottaggio di febbraio. È al lavoro, intanto, un comitato di saggi per rimettere mano alla Carta dei Valori del Pd, «giudicata da alcuni superata e fin troppo liberista», ricorda Evangelisti. «È evidente – riflette – che i tempi del congresso Pd finiscono per avere un riverbero nelle decisioni che il partito prenderà a livello locale, in vista delle elezioni amministrative che si terranno verosimilmente a maggio». «Anche a Massa ci si misura con il calendario – dice il candidato a sindaco – e si notano le difficoltà a fare sintesi, ci sono abbandoni e tensioni forti in vista dei congressi di circolo e dei livelli comunali e provinciali. Che fare? Occorre pazienza e occorre la voglia di continuare a confrontarci». Poi Evangelisti accende i riflettori su un dettaglio: «Elly Schlein, che si candida alla guida del Pd, non è iscritta a quel partito. È un’apertura (seguita a una modifica statutaria) tutt’altro che bizzarra. È il chiaro segno che si cerca di aprire una fase nuova. Ed è ciò che deve indurre ciascun sincero democratico e progressista a non restare indifferente e, anzi, a raccogliere questa sfida per dare slancio, dopo la clamorosa sconfitta del 25 settembre, a una nuova stagione politica. Nella nostra città, c’è un’area progressista e riformista, che va oltre il Pd (socialisti, repubblicani, verdi, radicali, sinistra diffusa, Azione, Italia Viva e M5s) , quel che manca per arrivare dal 20 al 51%, e potenzialmente maggioritaria. Deve essere convinta con un’offerta politica e amministrativa adeguata ai tempi e ai territori». l.