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Scrivere un diario, al pari di ogni narrazione, è un’emozione. È un’esperienza che si vive, si compie in solitudine e nella propria intimità. Dare alle stampe un libro, invece, pur se concepito da una sola mente, nasce come un frutto d’amore dal fortunato incontro fra soggetti diversi. In principio c’è l’autore, che ci mette dedizione e fantasia, poi - citando

di Fabio Evangelisti Un’amica mi scrive: “Posso chiederti una cosa, Fabio? Perché non hai postato un tuo pensiero su questi ultimi eventi?”. Il fatto che la mia testa fosse da un’altra parte è soltanto un pezzo di verità. È che questa politica mi annoia e ormai mi annoiano le mie stesse parole. Del resto, era già tutto previsto e tutto pare un déjà vu! Dal

di Montesquieu by La Stampa Prima le Camere, tutti assieme, poi il governo con il Capo dello Stato   Chi teme che tutto cambi con un governo molto di destra, chi spia le mosse della nuova maggioranza, sarà rassicurato dai primi movimenti al suo interno.  Per ora siamo al metodo, ma fin qui nulla cambia.  Il verosimile prossimo capo del governo, incontra (riceve) gli esponenti

Basta! Non scommetterò più.. Anche perché non mi piace vincere facile e, stavolta, è stato fin troppo  facile. Ho cornetti e cappuccini pagati fino a Natale.  Quindi, sulle Politiche 2022, più che soffermarmi sugli entusiasmi per la vittoria di Giorgia, donna-mamma-cristiana, vorrei concentrarmi su come è nato il disastro elettorale del centrosinistra.  Quanto meno per evitare di ripetere gli stessi errori. Parto con i numerini delle Politiche degli ultimi 30 anni: 1994, Centrodestra

Mancano ormai pochi giorni alla scadenza del 25 settembre, quelli decisivi per l’orientamento al voto di una larghissima fetta di elettrici ed elettori ancora incerti sul da farsi. Una considerazione che per nulla è in contraddizione con quanto scrivevo giorni fa sul fatto che “le elezioni si vincono e si perdono non nell’ultimo mese di propaganda a colpi di slogan e di promesse mirabolanti” e che “il risultato dipende, quasi

di Montesquieu by Alto Adige  Nelle arrampicate più difficili, quelle piene di insidie, quelle che vanno accuratamente preparate passo dopo passo e, in politica, parola dopo parola, atto dopo atto, basta mettere un piede in fallo per scivolare e ritrovarsi al punto di partenza. Potrebbe capitare a Giorgia Meloni, giunta ad un passo dalla rassicurazione rispetto ai suoi punto deboli: ascendenze non

di Montesquieu, by La Stampa Le imminenti elezioni ci mostreranno le differenze, di sostanza e di principio, prive di ambiguità, tra presidenzialismi e sistemi parlamentari.  Quale che sia il tipo di presidenzialismo, il voto degli elettori decide chi governa il paese, per la legislatura. Nel sistema parlamentare, invece, gli elettori individuano e scelgono (ahimè, oramai solo in teoria nel nostro sistema di partiti)

di Montesquieu, by La Stampa Per ben due volte in questa legislatura Giorgia Meloni ha rivelato la propria idiosincrasia ( o il difetto di comprensione) per il nostro sistema parlamentare, nel suo profilo più penetrante, le prerogative del  dello Stato.  Tra queste, quelle relative al procedimento di formazione del governo: nel quale il garante della nostra Costituzione consulta i gruppi parlamentari (leggi

di Fabio Evangelisti Ci ho provato, nei giorni scorsi, pur sapendo quanto fosse inutile, a lanciare un appello a Letta, Calenda e Conte per un’intesa, quale che fosse, al fine di evitare che il Centrodestra possa far man bassa nei collegi uninominali proprio grazie alle divisioni dello schieramento democratico e progressista. Torno sull’argomento, a direzione del Pd ancora in corso, nella speranza

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